La trappola dell’eterna organizzazione

13 Novembre 2023 | Organizzazione

Dopo aver aperto la partita Iva, mi sono infilata nel continuo vortice informativo alla ricerca di ogni tipo di nozione per gestire al meglio le mie giornate.

Ad un certo punto, ho dovuto stabilire dei limiti perché il sovraccarico “organizzativo” era davvero troppo e, per assurdo, iniziava a limitare di molto il flusso del mio lavoro.

Ogni tanto, questa sorta di paradosso salta fuori anche nei commenti che ricevo: alcune persone, ridendo e scherzando, dicono di passare più tempo a capire come organizzarsi piuttosto che a essere effettivamente organizzate.

È un po’ il paradosso della famigerata produttività che consiste nel passare da un manuale all’altro per scovare ogni tipo di informazione sulla gestione del tempo, su come organizzarsi, su come suddividere i progetti… ma alla fine le informazioni sono così tante da portarci al sovraccarico e al blocco. E, quando finalmente ci mettiamo al lavoro, ecco che arrivano la stanchezza e la confusione che non ci danno tregua.

Per quanto riguarda la mia esperienza, nonostante ancora oggi passi molto tempo a leggere e informarmi, ho dovuto nel corso del tempo fare due cose:

A un certo punto, se lavoriamo davanti a un computer, non dovremo fare altro che sederci e lavorare…

Se ti riconosci in questa situazione, vediamo un breve percorso che puoi seguire per superare il paradosso della produttività

Come prima cosa, non dovresti mai cercare di organizzare tutto il tuo modo di lavorare nel suo insieme, ma partire solo da quell’aspetto o pochi aspetti che ti creano più fastidio o dolore, insomma che sono più critici.

Per identificare questi aspetti, è fondamentale sapere qual è la tua giornata lavorativa ideale.

È importante che tu riesca a riconoscerla e scriverla (una descrizione realistica… non tipo “vorrei stare tutto il giorno sulla spiaggia e mandare email con la forza del pensiero mentre i delfini mi salutano”).

Quindi, come primo compito prova descrivere la giornata lavorativa. Quella che ti permetta di arrivare alla fine del lavoro – al netto della stanchezza, delle interruzioni e degli imprevisti – con una piacevole sensazione di soddisfazione, sapendo di aver fatto il possibile e di aver completato almeno quello che avevi in mente di realizzare.

Naturalmente, le giornate non saranno tutte così, magari lo fossero…

Ma avendo tracciato e identificato ciò che ti dà più soddisfazione, riuscirai a riconoscere meglio cosa ti porta fuori strada.

Molto probabilmente, quando si presentano gli ostacoli che ti allontanano dalla tua giornata ideale, non potrai farci molto. Quello che puoi fare consiste nell’intervenire in seguito per capirne le cause e mettere in pratica delle azioni per proteggerti in futuro.

È qui che entra in gioco, in modo particolare, l’organizzazione: riconosci l’ostacolo e a quel punto cerchi di capire, magari anche acquisendo delle informazioni mirate, cosa puoi fare per migliorare la situazione o accettarla così com’è.

Come si capisce se è il caso di insistere o lasciare andare?

Senza dimenticare gli aspetti prettamente individuali, caratteriali e del tutto personali, possiamo tracciare, a grandi linee, un processo prendendo in prestito uno schema diffuso nel mondo delle decisioni.

cerchi decisioni e organizzazione

Quando si parla di giornate ideali, ognuno di noi ha delle preferenze personali su come dovrebbe andare il lavoro. Ma sappiamo molto bene che i giorni non sono perfetti come quelli delle pubblicità.

Sappiamo anche che nel nostro modo di lavorare ci sono cose che non tolleriamo, che ci danno proprio fastidio per diversi motivi. E qui rientriamo nel cerchio delle obiezioni, ovvero tutto ciò che rifiutiamo, che ci scatena dei malumori.

Tra la preferenza personale e l’obiezione, c’è un modo da scoprire e che ci salva dalla continua ricerca di nuove informazioni o dalla sensazione di doverne sapere sempre di più, ovvero il margine di tolleranza.

Le giornate sono imperfette? Non sento di lavorare bene? L’organizzazione è solo teoria?

Cominciamo a non voler tirare dentro tutta la giornata nel suo insieme perché nel nostro modo di lavorare ci sarà sicuramente qualcosa che va già bene così com’è da un lato, e qualcosa che vogliamo cambiare dall’altro. Ma ti assicuro che la maggior parte del tempo è speso per cose che, se anche non perfettamente organizzate, possiamo tollerare così come sono senza doverle per forza cambiare o organizzare.

Quindi, va bene pensare a come organizzarsi meglio, ma facciamolo solo nel campo delle obiezioni.

Vuol dire avere bene in mente che cosa non tolleriamo e cercare di risolvere solo quel pezzettino, non tutto il mondo lavorativo che ci riguarda.

Se punti a rendere perfetti tutti i cerchi, non uscirai mai dal vortice informativo perché ci sarà sempre qualcosa da sistemare.

Per riassumere, parti dal disegno della tua giornata ideale che ti aiuterà a capire quando e perché ti stai allontanando dal disegno stesso. Identifica gli ostacoli e cerca di capire se sono proprio delle obiezioni o se rientrano nel margine di tolleranza.

Alla fine, fai in modo che il tempo speso per informarti e studiare i vari “come fare per” venga impiegato per migliorare solo gli aspetti che ti danno più fastidio. Che ti provocano più “dolore”, lasciando stare il resto.

E se tutto ti dà fastidio, vabbè, questa è un’altra storia… 🙂