L’empatia aiuta le persone a gestire meglio lo stress. I dati sul peggioramento del benessere mentale sono sconfortanti e l’empatia può portare dei risvolti positivi sulle relazioni, sul processo decisionale e anche sui risultati professionali.
Purtroppo solo il 25% dei dipendenti ritiene che ci sia un sufficiente livello di empatia nell’azienda per la quale lavorano e questo malessere si nota negli screenshot pubblicati su Antiwork. Per migliorare questa percentuale, si può allenare l’empatia per creare relazioni più forti anche tra chi lavora da remoto o in forma ibrida.
«L’empatia virtuale è la capacità di stabilire relazioni tra persone in luoghi diversi attraverso la tecnologia» (Lezlie Poole)
Le espressioni del volto, soprattutto durante le videochiamate, diventano essenziali per stabilire un contatto. E questo vale anche quando si sente la stanchezza senza sentire l’obbligo di perseguire un finto ottimismo.
«Le emozioni sono contagiose e non conoscono confini» (Jud Brewer)
E l’intelligenza artificiale?
Esiste un’intelligenza artificiale che misura l’empatia nelle comunicazioni? Sembrerebbe di sì grazie a mpathic, una sorta di grammatica dell’empatia che riesce a rilevare il testo potenzialmente offensivo. Empatia e comunicazione vanno insieme e si possono migliorare anche con il progetto Empathy Rocks.
Anche le emoji esprimono emozioni e se vi state chiedendo quali siano le emoji più usate su Twitter (sicuramente ve lo state chiedendo 😅), ecco un tracker in tempo reale. Al momento, la più usata è questa: 😂 (anche se per i più giovani è da boomer).
Ecco Ovy, un’estensione del browser Chrome che si integra con Gmail. Permette di generare risposte diverse a seconda dell’emoji scelta (se vogliamo una risposta positiva, negativa o di ringraziamento). Qui sotto vi mostro il funzionamento, non tanto per usare questo tool ma per vedere i miglioramenti impressionanti che ci sono in questo campo.
Con Bardeen rientriamo nel campo delle automazioni grazie alla possibilità di gestire in modo veloce e semplice alcune attività ripetitive. Questo video di YouTube rende l’idea.
Il punto che emerge dall’uso dell’intelligenza artificiale a favore dell’empatia è questo: dare alle persone un mezzo in più per fermarsi un momento e riflettere su ciò che stanno scrivendo.
«È come se a un certo punto l’AI ti mostrasse il messaggio: “Ehi, è proprio così che vuoi esprimere questo concetto?”, dandoti la possibilità di riflettere e magari di rileggere certe regole senza voler sostituire in nessun modo l’effettiva relazione umana»