“Tabula rasa” è una frase latina che tradotta letteralmente significa “tavola raschiata”.
Nella filosofia antica, la tabula rasa veniva utilizzata per descrivere una tavoletta di cera su cui era possibile scrivere e, successivamente, raschiare via il testo per riutilizzarla. Questa immagine è stata poi adottata dai filosofi per descrivere la mente umana.
L’idea di base è che la mente umana, alla nascita, sia come una tabula rasa, priva di contenuti e pronta a essere “scritta” dalle esperienze di vita. Secondo alcuni filosofi, come John Locke, tutte le conoscenze umane derivano dall’esperienza e dai sensi, e la mente all’inizio della vita è come una tela vuota.
Che cosa c’entra con l’organizzazione delle nostre giornate?
Usare l’espressione “ogni sera fai tabula rasa” significa finire la giornata chiudendo i programmi, le schede aperte, il browser, le cartelle… ogni elemento che di solito mantieni aperto. Significa pulire gli spazi digitali e spegner il computer. Ogni giorno.
Vuol dire anche riuscire a iniziare la giornata successiva con una mente chiara e libera da distrazioni, pronta a essere riempita con nuove esperienze e conoscenze.
Quando i computer portatili non erano così diffusi, ogni sera spegnevamo il computer dell’ufficio, chiudevamo tutte le applicazioni e ci preparavamo per il giorno successivo (mi rendo conto di quanto possa sembrava un ricordo lontano, specialmente in un’epoca in cui i laptop e gli altri dispositivi guidano le nostre vite lavorative… soprattutto gli smartphone visto che sono sempre con noi).
Il cambiamento nell’uso del computer
Ai tempi dei computer fissi, c’era una sorta di ritualità nel terminare la giornata lavorativa.
Si chiudevano tutti i programmi, si salvava il proprio lavoro e si spegneva il computer. Questa pratica creava una netta separazione tra il tempo lavorativo e il tempo personale.
Ma ora? Molti di noi semplicemente abbassano il coperchio del laptop, lasciando decine di schede del browser e applicazioni aperte, pronte a invadere la nostra mente il giorno successivo.
L’effetto overwhelm
L’effetto “overwhelm” (“essere sopraffatti”) si riferisce a una condizione emotiva e mentale in cui una persona si sente sovraccarica a causa dell’eccessiva quantità di informazioni, compiti, aspettative o stress a cui è sottoposta.
Questo stato può portare a sensazioni di ansia, stanchezza, confusione e incapacità di prendere decisioni o di concentrarsi su un compito specifico.
È un effetto che può verificarsi in vari contesti, come il lavoro, la scuola, le relazioni personali o la vita quotidiana, specialmente quando ci sono molteplici richieste che richiamano la nostra attenzione e le risorse mentali.
Con l’avvento della tecnologia e l’accesso costante a informazioni e comunicazioni, molte persone si trovano a dover gestire una grande quantità di input, aumentando il rischio di sovraccarico.
In merito agli elementi lasciati aperti nel computer, può sembrare conveniente avere tutto a portata di mano ma si tratta di un’abitudine che può essere travolgente.
Come possiamo aspettarci di iniziare ogni giornata con la giusta energia quando il benvenuto arriva da una marea di informazioni e compiti irrisolti?
Fai tabula rasa
Prova ad assumerti l’impegno di chiudere tutto e di spegnere il computer quando la giornata lavorativa è finita. Proprio per rafforzare una nuova abitudine.
Non perdi nulla e puoi usare gli strumenti per gestire le attività o le app che ti aiutano a salvare i link per ritrovare ciò che ti serve quando ti serve, ma senza lasciare cose irrisolte a vista.
Persegui la chiarezza e l’intenzionalità nelle giornate lavorative. Chiudi tutto alla sera, fai tabula rasa e inizia ogni giorno con una mente fresca e focalizzata.