Capita di arrivare alla fine della giornata e avere delle attività in sospeso. L’azione più ricorrente è quella di posticipare l’incompiuto al giorno successivo…
Se anche tu hai questa abitudine, pensaci un attimo.
Stai spostando con intenzionalità perché l’indomani hai la certezza di riservare del tempo per svolgere l’attività posticipata oppure lo stai facendo quasi in automatico e solo per liberare la lista del giorno?
Se posticipi quasi in automatico, piuttosto non farlo perché tanto non funzionerà. Guarda davvero il calendario e scegli il momento migliore, cercando di capire il motivo di questo rimando e che cosa puoi fare per rendere più concreta l’attività da completare.
Non c’è niente di male nel posticipare e, in fondo, l’evoluzione delle liste di cose da fare riguarda anche il raggiungimento di un buon livello di flessibilità. Ma gli aspetti negativi si verificano quando manca la riflessione su cosa facciamo e cosa riprogrammiamo, trascinando insieme alle date un senso di sovraccarico che non ci lascia stare.
I percorsi di attenzione
Di solito, le date di scadenza creano, o dovrebbero creare, un percorso di attenzione che ci permetta di scorrere tra le attività in un certo ordine di priorità (una sorta di guida). Sebbene l’elemento data sia un criterio universalmente riconosciuto, sappiamo già che a volte le attività con determinate scadenze vengono posticipate o del tutto ignorate.
Questo perché abbiamo date ovunque e l’eccesso di avvisi annulla gli avvisi stessi.
Per superare questo limite, è importante creare altri percorsi di attenzione che riescano a collaborare con le date. Percorsi definiti con etichette, tag, parole chiave, colori, bandierine… a seconda dello strumento che usi e che servono per portare l’attenzione verso i compiti che meglio si adattano a un determinato momento.
Compiti con logiche diverse, come l’energia richiesta, la durata, il luogo, gli strumenti necessari, le persone coinvolte, e così via. Immagina di essere via dall’ufficio e di filtrare solo le attività che puoi svolgere dal telefono. Oppure hai dei ritagli di tempo tra una riunione e l’altra e puoi selezionare i compiti veloci.
Crei, appunto, dei percorsi di attenzione che ti guidano grazie a dei criteri diversi rispetto alle date.