A volte ritornano le stesse questioni… e quella dell’invio delle email è un cerchio ancora aperto.
Ti capita di scrivere email in orari, diciamo, non prettamente lavorativi? Che cosa fai? Programmi al primo orario buono oppure premi invio a qualsiasi ora?
#teamaspettaunattimo
#teamoraomaipiù
Ho una chiara risposta a queste domande e per me la questione si chiuderebbe subito dopo aver analizzato questi aspetti:
- un’email non è solo un’email: è un passaggio o tassello di un flusso di lavoro;
- non trovo corretto spostare l’onere delle notifiche, della chiarezza delle email, dell’interpretazione e della decisione di rispondere (o di non rispondere) sul destinatario.
I flussi di lavoro sono una serie di passaggi interconnessi che producono un risultato. Il problema è che alcune persone non ragionano in termini di passaggi e pensano che una comunicazione lavorativa non abbia riscontri anche nelle altre fasi del nostro lavoro.
Ma non è così e l’invio in orari “scomodi” per me influisce sul flusso intero del lavoro. E non tiene nemmeno conto dei differenti approcci del team, perché il mittente non può sapere l’impatto che può avere un messaggio sui destinatari.
È un po’ come quando il mittente invia vocali lavorativi partendo da “scusa se ti mando un vocale ma faccio prima” e subito dopo parte il podcast con la richiesta di modifiche… 😅
Ci sono altre questioni da considerare ma, salvo eccezioni particolari, sono per la programmazione delle email.